La banda ultralarga è la rete di telecomunicazioni che l’Italia – cittadini, aziende, pubbliche amministrazioni – ha bisogno per restare al passo con l’evoluzione dell’economia e della società. L’Italia, nonostante ritardi e incertezze, sta accelerando al fine di garantire l’accesso a questa infrastruttura a tutti;
Lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in più occasioni negli ultimi mesi, ha dichiarato questa necessità soprattutto per favorire una ripresa economica post-pandemica.
Che cos’è la rete banda ultra larga
La definizione tecnica di altissima velocità, secondo la Commissione Europea, fa riferimento ad una connessione di almeno 30 Megabit al secondo, rispetto ad una semplice banda larga che si ferma a 2 Megabit. Si tratta però di un parametro in continua evoluzione. Le istituzioni europee spingono sempre più verso connessioni di almeno 100 Megabit o ancora meglio 1 Gigabit. Questo perché, ciò che sembrava adeguato fino a ieri (i 2 Megabit fino a dieci anni fa) ora risulta insufficiente.
In termini qualitativi, possiamo quindi dire che la banda ultralarga è una rete sufficientemente “ampia” per soddisfare le esigenze di una nazione moderna. Non si tratta solo di velocità ma anche di affidabilità. Rispetto a una connessione tradizionale (ossia basata sul vecchio rame), una rete a banda ultralarga presenta solo un decimo dei guasti poiché utilizza almeno per buona parte i nuovi cavi in fibra ottica.
Perché è importante per il Paese
Di fatto, senza banda ultra larga non c’è futuro per il Paese. Come affermato nel “piano banda ultralarga” della Presidenza del Consiglio dei ministri e tuttora in vigore, “le reti di telecomunicazioni sono ormai il fulcro di ogni nazione moderna. Ma se le reti di telecomunicazioni smettessero di funzionare – cosa fortunatamente mai accaduta -, sarebbero ben poche le imprese in grado di non fermarsi.” E ancora: “Dobbiamo pensare in questo momento alle infrastrutture su cui costruire il nostro prossimo futuro. In questo scenario, la banda ultra larga sarà la spina dorsale dell’intero sistema economico e sociale. Sarà la risorsa essenziale su su cui sviluppare il futuro del Paese. Ed è su questo che si misurerà la nostra capacità di rimanere una delle nazioni più avanzate del pianeta”.
Senza banda ultralarga ad almeno 30 Megabit si è tagliati fuori, come professionisti, dallo smart working, gli studenti avrebbero problemi a seguire le videolezioni e questo vale anche per la telemedicina o il monitoraggio da remoto dei pazienti. Occorrono almeno 100 Megabit e un connessione affidabile per i servizi più sofisticati. Ad esempio quelli con video live ad altissima definizione. Come alcuni tipi di teleconsulto medico o la telechirurgia. Oppure la gestione automatizzata dei robot in una fabbrica, magazzino, magari collegati a una rete cloud remota.
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